Keira Knightley: “il femminismo ad Hollywood ha molta strada da fare”

Della sua vita privata si sa ben poco e, riservata com’è, l’attrice britannica Keira Knightley non ama nemmeno i social network. La sua permanenza su Twitter, infatti, è durata solo poche ore e il suo matrimonio con James Righton, musicista dei Klaxons, è stato celebrato in gran segreto. Protagonista della copertina del prossimo numero di Febbraio di Harper’s Bazaar, la 28enne ha parlato di privacy, femminismo e tanto altro.

Keira Knightley il femminismo ad Hollywood ha molta strada da fare

Keira Knightley tiene molto alla propria privacy, ma al tempo stesso non si interessa delle cose altrui: “Mi piace essere riservata. Non ho chiesto a molte attrici che ammiro “Come fai a fare questo e quello?” perché non lo voglio sapere. Forse sono infantile, ma proprio non mi interessa sapere cosa succede nella tua vita“.

Interprete di numerosi film tratti da grandi capolavori della letteratura, come “Anna Karenina” e “Orgoglio e pregiudizio“, Keira ha sviscerato anche il significato moderno del femminismo: “Credo che sia una buona cosa che le discussioni sul femminismo siano giunte ad un punto ragionevole, in opposto a chiunque nomini il femminismo e tutti rispondano “oh, chiudi quella c*zzo di bocca”. In qualche modo, femminismo era diventato una brutta parola. Credo che sia stato strano per un bel po’ di tempo, ma adesso mi sembra molto bello che stiamo progressivamente venendo fuori da tutto questo“.

E per sdoganare l’accezione che, a volte, ancora viene attribuita al femminismo, Keira Knightley pensa ad una carriera da regista: “Vado a lavorare alle 5.30 di mattina e non torno a casa prima delle nove di sera. La maggior parte dei ragazzi con cui parlo – e ho parlato davvero con un sacco di persone di questo argomento- mi dicono (sussurrando) “Mia moglie fa tutto” e tu pensi “Ma perché non ci ho pensato cinque anni fa?”. Hollywood ha ancora parecchio da lavorare a proposito. Non credo che si possa negare che, malgrado le donne abbiano sempre più ruoli di comando… sono ancora troppo poche“.

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