Fabrizio Corona a Vanity Fair: “Il carcere mi rende libero, un uomo nuovo”

Fabrizio Corona a Vanity Fair: “Il carcere mi rende libero, un uomo nuovo”

Anche se detenuto nel carcere di Opera, l’ex re dei paparazzi Fabrizio Corona non smette di far parlare di sè. Dopo le recenti lettere pubbliche indirizzate alla ex moglie Nina Moric e alla ex compagna Belen Rodriguez, ha potuto persino rilasciare un’intervista a Vanity Fair, nella quale si descrive come un uomo nuovo, diverso, migliore.

Fabrizio Corona a Vanity Fair: "Il carcere mi rende libero, un uomo nuovo"

Sebbene abbia riconosciuto che il carcere sia duro, Fabrizio ha anche ammesso che in questi 12 mesi di detenzione è riuscito a liberarsi da sè stesso: “In carcere sono riuscito a fermarmi, ad avere il tempo di riflettere. Non voglio sembrare drammatico, ma se non fossi finito in prigione, sarei potuto morire. Ero ossessionato dal successo, dai soldi. Dovevo avere le donne più belle, il fisico più scolpito, il look più alla moda. Volevo una vita perfetta e avevo il terrore di perdere tutto. E così mi ammazzavo di lavoro, incontri, appuntamenti, palestra. Il chirurgo mi aiutava a fermare il tempo, le sostanze chimiche mi davano una mano a reggere. Mi riempivo di pillole: pillole per allenarmi, per fare l’amore, per dormire. Dopo un anno di carcere, mi guardo allo specchio e mi vedo diverso. Ho i capelli lunghi e ricci, la barba curata, ho perso molti denti, sono dimagrito, la mia faccia non ha più quel gonfiore chimico“.

Fabrizio Corona a Vanity Fair: "Il carcere mi rende libero, un uomo nuovo"

A differenza di quanto molti possano immaginare, Corona non sente la mancanza del sesso: “Non mi manca il sesso. Ne ho fatto così tanto prima del mio arresto che quasi avevo la nausea. Quello che mi mancano solo le emozioni. Le molestie sessuali in carcere sono una farsa da film americani. La verità è che l’omosessualità è un tabù assoluto. I gay stanno separati dagli altri detenuti, insieme con i pedofili e gli zingari“.

Il carcere gli ha permesso anche di capire quali siano stati i suoi più grandi errori, come l’aver attaccato la magistratura: “Trovo le sentenze nei confronti di Berlusconi assurde, come le condanne di Lele (Mora, ndr) e di Nicole (Minetti, ndr). Lo dico perché quel mondo e le donne che ci ruotavano intorno lo conosco molto bene. Per il resto, con Berlusconi mi accomuna solo una cosa: entrambi abbiamo esagerato con le accuse nei confronti della magistratura. Difendersi è giusto, ma bisogna sempre rispettare i ruoli e le regole. Altrimenti ne paghi le conseguenze: l’ho imparato molto bene“.

Il Fabrizio Corona che si mostra in questa intervista è davvero un uomo diverso, ma c’è da credere a questa redenzione?

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